Tokyo 2020, Thomas Voeckler ha già in testa il tridente: “Punto su Alaphillipe, Bardet e Pinot”
Thomas Voeckler ha già le idee chiare in vista di Tokyo 2020. Il ct francese, infatti, in un’intervista rilasciata a Ouest-France ha dichiarato di avere già in mente i nomi di Julian Alaphillipe, Romain Bardet e Thibaut Pinot per le prossime Olimpiadi. Voeckler ha parlato dei tre corridori anche singolarmente, escludendo l’ipotesi che Alaphilippe possa fare classifica al Tour, dove invece gli sembra possibile un successo dello scalatore della Groupama. Infine, il commissario tecnico transalpino ha rivelato di non aspettarsi più di un podio da Romain Bardet al Giro, visti i tanti chilometri a crono, ed è poi passato a commentare la possibile selezione olimpica.
“Posso già dirvi che ho in mente tre nomi: Julian Alaphilippe, Romain Bardet e Thibaut Pinot – ha dichiarato – Il ciclismo è uno sport imprevedibile, quindi nel frattempo tutto può succedere, ma voglio essere sincero, in questo momento nella mia testa conto già su di loro. Julian e Thibaut usciranno dal Tour e conosciamo le loro qualità e voglio avere anche uno scalatore che non farà il Tour, in questo caso Romain”.
Dopo aver ammesso di non aver ancora deciso chi prenderà agli altri due posti, né in che modo sceglierà i due che correranno la cronometro (che con le nuove regole dovranno prendere parte anche alla prova in linea), Voeckler ha poi passato in rassegna le possibili strategie: “Non è detto che avremo un capitano unico. L’anno scorso ai Mondiali avevo scelto un capitano unico, Alaphilippe, perché ero convinto fosse la cosa migliore per noi. In Giappone non ci saranno quattro corridori completamente al servizio di un altro. Correndo solo in cinque, il punto di vista cambia”.
Più vago, invece, il ct al momento di rivelare se i convocati all’Olimpiadi saranno anche al Mondiale (dove i posti a disposizione saranno invece otto), ma non è escluso che possa nascere su strada un patto tra due uomini, che stabilisca il ruolo di capitano ai Giochi per l’uno e di leader ai Mondiali per l’altro: “Si può fare. Perché quando si va in nazionale bisogna accettare di sacrificarsi. Quindi, perché no? Quando si è in bici bisogna avere memoria e sapersi ricordare di quello che l’altro ha fatto per te. Ma non sarà nulla di premeditato. Se dovesse verificarsi un qualcosa del genere, non sarebbe comunque una decisione presa a monte”.
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